Non è difficile intuire l’origine del nome lattuga: deriva da latte o meglio da latice, il liquido bianco che fuoriesce quando viene tagliato il gambo di molti vegetali; fra questi quelli appartenenti al vasto genere Lactuca, che comprende un centinaio di specie, spontanee e coltivate nelle regioni a clima temperato d’Europa, Asia e Africa.
Di questa pianta si parla già nei testi antichi, greci e romani, perfino nella Bibbia (nel libro dell’Esodo per l’esattezza).
Le varietà di lattuga si possono suddividere in tre gruppi:
– lattughe a cappuccio, dette anche cappuccine;
– lattughe romane;
– lattughe da taglio meglio conosciute come lattughini.
Come acquistarla: come tutti i vegetali da mangiare crudi, la lattuga andrebbe colta e consumata. Nell’acquistarla, dunque, fate attenzione che non sia appassita, ma turgida e croccante, senza foglie sciupate o staccate.
Come si conserva: l’ideale sarebbe conservarla il meno possibile onde evitare la dispersione di vitamine e sali. Può comunque sopportare uno o due giorni in frigorifero, anche già sfogliata, lavata e asciugata perfettamente. In questo caso le foglie non dovranno essere spezzettate, operazione da fare all’ultimo momento, manualmente prima di metterla nell’insalatiera. Il cuore andrà lasciato intero e tagliato a sottili spicchi.
Il condimento va sempre aggiunto solo al momento di servire: sale e aceto o limone “cuociono” le foglie.
Cruda o cotta? Generalmente la lattuga si consuma in insalata. Tuttavia, può essere cotta, dando origine a ottimi piatti (vedi ricetta). Naturalmente, la cottura è causa di perdita di vitamine di cui la lattuga è molto ricca. In particolare abbonda di vitamine A e C, di calcio e ferro. E’ ricca di fibre e ciò favorisce una buona digestione.
Ecco una ricetta che vede la lattuga protagonista: Clicca qui