Fa parte della famiglia dei radicchi veneti ed è coltivato da lungo tempo nel nostro territorio.
Nel novembre 2008 ha ottenuto l’attribuzione del marchio europeo I.G.P. (Indicazione geografica protetta)-.
Il Veneto produce più della metà dei radicchi italiani: il Trevigiano (il “padre nobile”), il Castelfranco, il Chioggia e il Verona.
Sembra che i radicchi a foglia rossa siano stati importati intorno al Quattrocento nel Veneto dalla Repubblica di Venezia, ma nel veronese le prime coltivazioni iniziano nel 1900, con grande sviluppo dopo il secondo dopoguerra in 32 Comuni della provincia di Verona, 13 di Vicenza e 12 di Padova.
Per quantità prodotta il radicchio di Verona si colloca al secondo posto dei radicchi veneti, dopo quello di Chioggia.
Il radicchio di Verona si caratterizza per la croccantezza, il colore rosso intenso e il sapore leggermente amarognolo: è stato denominato il fiore che si mangia, infatti l’aspetto è di un bel fiore dal colore appetibile e invitante, che si presta ad essere preparato in tutte le salse.
Ecco una poesia in dialetto veronese di Giorgio Gioco:
Qua, fra i banchi della piassa,
fra spinasse, coste e pori
gh’è le ceste che sganassa
de i radici da par lori.
El radicio, cari miei,
quelo rosso de Verona,
l’è un bocon de quei più bei
che fa la boca bona.
L’è del piato un gran ruffian
Coi colori e col saor…
Quel radicio rosso vivo
Mi lo magno e no te digo…
Mi lo magno in t’un bocon
Musegando: “Dio, che bon